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Sala al Barro, in centinaia per salvare il centro sportivo

Da Bergamo e Monza per firmare la petizione. Domenica 22 manifestazione con le altre associazioni. Negri: "Pronti a riconsegnare le chiavi"

Non era che il 2007 quando il Gs Sala Al Barro contava appena 50 atleti tra i suoi tesserati. "Una squadra di 'Terza Categoria' e due di 'Pulcini'", come ricorda il presidente Alessandro Negri; a dieci anni di distanza la situazione è diametralmente cambiata: calcio, pallavolo, pattinaggio, fitness e beach volley "muovono" 330 atleti, mentre sono ben 268 i soci iscritti. Un risultato reso possibile dai continui lavori realizzati al Centro sportivo di via Monte Oliveto, che hanno avuto uno snodo cruciale nel 2008, quando, tra febbraio e ottobre, sono stati inaugurati la nuova sede, il circolo sportivo e il campo in erba sintetica. Ora, però, il presente e futuro del Centro sono in bilico: i residenti della zona hanno infatti chiesto che l'attività venga limitata, con conseguente dispersione di atleti e frequentatori abituali. Il prossimo 25 gennaio in Tribunale verrà presa una decisione definitiva, ma intanto in centinaia si sono mossi per firmare la petizione da allegare ai documenti che verranno sottoposti al giudice. Domenica 22 gennaio si terrà un'altra manifestazione, in cui verranno coinvolte le altre associazioni galbiatesi.

Alessandro Negri, presidente del Gs Sala al Barro, parla con la voce rotta dall'emozione: “Si tratta di una situazione ridicola, perché una società sportiva trentennale non può essere limitata nella sua attività. Qui è stato realizzato un vero e proprio gioiello, apprezzato e premiato anche dall’Atalanta, perché si tratta di un'area adatta al bambino. Non vogliamo che due famiglie ci possano limitare, togliendo ore ad un circolo sportivo che abbiamo voluto fortemente visto che in paese non c'è più nulla. Sono contento di avere accanto a me l’amministrazione, è importante il loro supporto. Se, dopo il 25, il giudice imporrà degli ulteriori confini, noi consegneremo le chiavi al comune. Ci siamo già limitati abbastanza nella nostra attività, non possiamo più perdere neanche mezz’ora."

Roberto Morganti, responsabile rapporti con l'Atalanta, spiega come si opera nel Sala al Barro: “Questa è una società a carattere di volontariato, con persone che mettono del proprio. Togliere delle fonti di ricavo per noi sarebbe importante e negativo. Si è potuto fare un centro di una bellezza straordinaria, immerso nel verde, una delle realtà più belle della provincia, che ha uno scopo sociale: accogliamo anche ragazzi con problemi d’inserimento o motori. Da tre anni siamo affiliati all’Atalanta, la prima società professionistica a livello di settore giovanile in Italia, l’ottava in Europa, che porta avanti un modo d’essere e di lavorare legato alla professionalità: questo centro è stato fondamentale nella loro selezione. Il camp estivo ci ha portato 150 iscritti, il terzo a livello italiano dopo quello di Zingonia e dell’'Atleti Azzurri'. Sala è amata e riconosciuta da società molto importanti, tutti i nostri allenatori vengono formati o nel centro nerazzurro o direttamente in qui da noi. I nostri ragazzi vanno ad allenarsi nelle strutture dei nerazzurri, cosicchè possano sognare qualcosa con il calcio, oltre alle amichevoli che organizziamo congiuntamente. Tutti i nostri allenatori vestono i colori della Dea: non è un’affiliazione solo sulla carta. Questa questione ci sta mettendo in grandissima difficoltà”

LEGGI LE DICHIARAZIONI DI SINDACO, VICESINDACO, TOCCHETTI, VIGLIENGHI E COLOMBO

L'ultimo boost l'ha dato la realizzazione dei due campi di beach volley, un vero e proprio fiore all'occhiello messo da Giuseppe 'Mike' Colombo, presidente della Pallavolo Galbiate: “Pensate ai sogni di questi ragazzi, cosa succederebbe in loro se davvero chiudesse questo centro sportivo? I campi di beach ci hanno permesso di recuperare soldi da investire nella società, se esistiamo ancora è per l’entrata che ci garantiscono. Abbiamo due campi che la stessa Regione indica tra i più accoglienti, arriva gente da Milano e Bergamo per giocare e ha prenotato i campi per tutti i mercoledì del 2017 e del 2018.”

Il Galbiate 1974 ha fatto la sua parte, come spiega il presidente Luigi Panzeri: “E’ chiaro che questa situazione faccia male, le società sportive fatte in questa maniera stanno in piedi per il volontariato di chi promuove e li tira avanti. Tocchetti (Alfredo, ndr) è stato uno dei primi ed è ancora qua dopo trent’anni, io ho iniziato poco dopo a Galbiate e sono ancora ‘in ballo’. Fermare o limitare questi gruppi, che lavorano nel sociale, è una brutta cosa. Qualsiasi decisione che verrà presa farà male a qualcuno, o a noi, o ai fratelli che hanno avanzato la causa.”

La prima lettera di contestazione in sede è arrivata nel 2006 ed è stata la prima di una lunga serie: i limiti hanno coinvolto prima di tutto la Festa dello Sport (ridotta da 21 a 14 giorni, ndr), poi si è andati oltre: "Quando mi è stato contestato il fischietto dell’arbitro, o mi è stato contestato il calcio balilla, mi sono alzato e me ne sono andato dalla sala consiliare del comune”, spiega ancora Negri

Antonio Viglienghi, ds ex Sala ora a Galbiate, è stato tra i promotori dei lavori che hanno cambiato radicalmente il Centro sportivo: “In 15 anni sono investiti soldi pubblici e privati, oltre a non so quante migliaia di ore di volontariato quotidiano. Questi sono posti reclamati da tutti e ovunque. Queste cose hanno una valenza o non ce l’hanno? E’ veramente frustrante: mi auguro che prevalga il buonsenso. Un tempo si suonava 22 giorni su 25, ora la festa si svolge in 15 e si suona solo in due, inoltre è stata tolta la festa del PD. Qui c'è un perfetto esempio delle sinergie che ci devono essere tra amministrazione e concessionarie del centro. Non so se tutti si ricordano di questo posto 10 anni fa, quando era una barzelletta sulla bocca di tutti.”

Alfredo Tocchetti, socio onorario, da trent'anni vive il "Sala" ogni giorno: “Ci hanno contestato anche il bar, ma non c’è niente che porta il bambino a sviluppare vizi legati a slot o cose varie. E’ un servizio offerto a ragazzi e genitori, soprattutto nel periodo più freddo dell’anno come questo. Ovviamente c’è più rumore, ma cosa vogliamo dire ai bambini? Di non giocare a calcio sulla pista da ballo? Non posso pensare che il giudice tenga conto di queste cose.”

Le rilevazioni del CTU sono iniziate il 30 giugno 2016 e sono durate fino al 31 ottobre 2016. “Logico che ci sia rumore, 300 famiglie vanno avanti e indietro… ‘Purtroppo’ qui c’è un centro sportivo che è già adibito a location della festa estiva nel PGT approvato nel 2010 dal comune di Galbiate - spiega il sindaco di Galbiate Tino Magni - Qua si fa un lavoro sociale, c’è dietro un gruppo capace che riesce a far funzionare le cose. E’ arrivata l’Atalanta, c’è il beach volley, ben venga la crescita; c’è chi impegna la settimana di ferie dal lavoro per dare il suo contributo qui. Da cittadino e amministratore devo dire che gli investimenti fatti da tutti sono andati a buon frutto. Noi non vogliamo mollare, ci uniremo alla causa con i nostri legali per supportare il gruppo sportivo. Il giudice mi sembra una persona consapevole, se chiudiamo il bar qui allora vanno chiusi anche gli altri a Galbiate, Villa Vergano o anche a Lecco. Come amministrazione vogliamo che il centro non si limiti, anzi evolva ancora la sua attività.”

Bruno Colombo, architetto, progettista campi beach volley e titolare lavori nel centro, espone il suo parere: “Il centro è stato riqualificato per non essere legato alle sole attività sportive. I lavori svolti in tutta la zona sono stati fatti in tal senso. Bisogna spiegare a questi signori cosa comporta la mancanza di un centro sportivo come questo, si devono rendere conto delle conseguenze delle loro azioni.”

Daniele Gasperini, ora vice sindaco, ha iniziato la sua carriera propri nel Gs: “Sono tendenzialmente ottimista, vedo centinaia di persone che stanno firmando la petizione in questi tre giorni. Tutti i cittadini di Galbiate, ma anche provenienti da Oggiono, Monza e Bergamo, si stanno muovendo per difendere una struttura come questa. Stiamo spendendo soldi pubblici e privati per combattere contro due famiglie. La legge dice che bisogna tutelare la maggioranza dei cittadini, il giudice ne deve tener conto di quello che sta accadendo questa mattina. Il buon senso deve prevalere sulle fredde regole, è la base di tutto. Se una società deve vivere ci deve essere anche un po’ di vita. A mio parere qui c’è il miglior gruppo sportivo della Provincia.”

Due contro tutti, al giudice l'ultima parola.


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