Segnalazioni

Giovani a Lecco: Divertire, divertirsi, far divertire

Un evento Turbobalera in via Bovara, la sera del 26 dicembre (foto Turbobalera/Penkova)

Lecco 2.0, 20 Gennaio 2015

In questi giorni è partita l’ultima battaglia mediatica, su alcune testate, tra un ragazzo qualunque e una ragazza qualunque, l’ennesimo litigio su una tematica tanto cara ai giovani lecchesi; sono state sganciate le solite bombe dagli aerei che volavano bassi, bombe di ogni tipo, che possiamo riassumere per non annoiare il lettore in un semplice “la mia città non offre niente ed io sono giovane e mi voglio divertire”. Divertire.

Allora. Stavo già partendo senza presentarmi, che le mie memorie le voglio firmare assolutamente: ho un nome e un cognome, mi chiamo Elisa Andreotti, ho 24 anni e ho fondato Turbobalera con il mio migliore amico nell’inverno 2013, e il mio lavoro è far divertire la gente su piccola, media e grande scala.

Divertire, divertirsi e far divertire. A Lecco. Un piccolo prontuario steso di getto stamattina, che racchiude pensieri personali, fatti e considerazioni.

1.1 Divertire - Oggi cos’è il divertimento? Una condizione difficilmente raggiungibile perché l’umanità ha un sacco di problemi, e nel nostro piccolo, sicuramente, uno di questi problemi è il fatto che non troviamo lavoro, che alcuni se ne vanno, altri studiano per anni e rimangono, sperando di farcela. Quello che accade nel weekend non è divertimento, è evasione, è perdita di coscienza, è ricerca di qualcosa che ci faccia dimenticare anche solo per un attimo che siamo sotto pressione. A volte è esagerare, o lo è sempre. Dimentichiamo sempre che divertirsi significa sorridere, e di gente sorridente se ne vede sempre meno, sia per strada che alle serate (lì ne vedi un sacco in fotografia, come sui cartelloni pubblicitari). Fortunatamente le cose stanno cambiando, e io lo vedo con i miei collaboratori: non è il posto, la musica, la qualità del drink, l’orario; il trucco per cavarsela è riuscire a tirare fuori 32 denti spontaneamente, perché ti basta passare il tempo con gli amici, conoscerne di nuovi, stringere le mani e ritrovare il contatto con la realtà per essere felice. E questa guerra mediatica di reale ha davvero poco, ragazzi: appoggiate un secondo il telefono e chiudete gli occhi.

1.2 Divertirsi - Riapriteli ora, verso le montagne. Abbiamo la fortuna di vivere in un gran bel posto. E fidatevi, che i cittadini tutto questo ce lo invidiano. Come noi invidiamo strutture, orari, stile di vita; un’ora di macchina e sei a Milano, e se il divertimento che c’è qua non ti soddisfa, hai a disposizione talmente tante scelte da annoiarti. Parla col cittadino, lavoraci, e capisci a posteriori tutto quanto.

Ho lavorato negli ultimi anni in diverse cattedrali del divertimento, dal club al festival, dal circolo al centro sociale, e garantisco che la situazione è la medesima ovunque, siamo dei perenni insoddisfatti. Possiamo scegliere di cambiare le cose, o di preservarle e tutelarle, nel rispetto e nella consapevolezza che a Lecco non vivono solo giovani tra i 20 e i 30 anni, bensì famiglie, anziani, stranieri, studenti che sono ospiti del nostro paese. Non vogliamo essere egoisti vero?

Forse lo siamo, e decisamente troppo: prima di arrivare al divertimento ci sono migliaia di altre cose da sistemare qui, dai servizi alle infrastrutture, e l’elenco oltre che infinito, non è tema portante della mia riflessione.

Quasi dimenticavo, di certo non ci sono turisti, perché diciamocelo, non c’è niente da vedere. E il divertimento no, non è una scusa valida e non è turistico, come non lo è un battello che attraversa il lago o il multisala che non c’è: dobbiamo trovare il giusto contenuto e comunicarlo. Il turismo non è solo un piacere, è un impegno sul territorio, è invitare qualcuno a casa propria garantendogli che sarà a proprio agio, che si rilasserà e che tornerà a casa con qualcosa in più nel bagaglio. Qui, anche in presenza di Expo, non sappiamo comunicare. Ci sono i cartelloni pubblicitari delle Grotte di Castellana con quel bel logo sgargiante, e a Lecco non siamo nemmeno in grado di piazzarlo su una foto patinata del Resegone, del lago, di un qualsiasi panorama. Non ci crediamo per niente.

1.3 Far divertire - Snapout, Fronte Crew, PoliLCParty, Sonica, Anight, Calling, Frequency, queste sono solo alcune delle crew che animano la notte lecchese esattamente come noi, e meritano rispetto e riconoscenza per ogni singolo evento prodotto, perché cari miei costa fatica, tempo, impegno, passione, denaro e un sacco di sere libere dove vorresti essere a letto a dormire, e invece sei costretto, alle tre di notte, a metterti a smontare un impianto, o pulire il pavimento e rannicchiarti su un frigorifero, o morire in macchina con la bocca aperta. Tanto è bello divertirsi quanto far divertire, a volte, costa anche pelo sullo stomaco, e cadi in situazioni dove regna il disordine e devi rimettere in fila la gente, non con le mani, ma con le parole, per fargli capire che sta esagerando. Come farlo a Lecco? Bella domanda.

Non è una campagna elettorale che ti regala una manciata di decibel, un’occupazione di suolo pubblico, un patrocinio, un palco in piazza. Sei tu che da organizzatore, se vuoi veramente entrare in questo settore, devi saper guardare dove gli altri ancora non hanno guardato, perché siamo tanti pesci dentro ad un piccolo acquario, e il cibo è sempre meno. Questo lo suggerisce una voce a sinistra; via decisamente meno distruttiva, puoi scegliere di collaborare e unire le forze per una causa maggiore, risponde quella a destra.

Parla con la gente, ascoltala e soddisfala, soprattutto rispettala, dal vicino che si lamenta, al ragazzo che ti ferma per strada e si complimenta, alla mamma col bambino che ti chiede di abbassare perché quell’angioletto sta dormendo, perché questo, ragazzi, è un lavoro a tempo pieno con orari scomodissimi e soddisfazioni enormi con margini minimi di guadagno. Coinvolgi chi ti piace, chi ha una passione come te, artisti, fotografi, videomaker, e falli entrare nello spirito di un progetto che li faccia sentire bene, in famiglia, perché la fame la si faccia tutti assieme ad un certo punto. Funziona esattamente così per sommi capi. E si cerca di dare il massimo sempre, ad ogni orario, per ogni singolo evento, con la speranza che la volta successiva ci siano più sorrisi e meno problemi.

Elisa Andreotti