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Via Marco d'Oggiono: c'è il "si" del Consiglio, ora è in vendita per 6 milioni

Immobile inserito nel piano delle alienazioni per 6,2 milioni di euro. Le minoranze abbandonano l'aula prima della votazione, 3 consiglieri della maggioranza assenti al voto. Passa anche la variazione di bilancio

Il Consiglio comunale ha scelto: il nuovo Comune di via Marco d'Oggiono è in vendita per 6,2 milioni di euro. Nella serata di martedì 2 novembre a Palazzo Bovara è stato dato il via libera all'inserimento dell'immobile acquistato nel 2017 nel piano delle alienazioni. Decisivi i 18 "si" della maggioranza, privata di Francesca Bonacina, presidente del Consiglio che ha lasciato l'incarico ad Andrea Corti (Lega), Giovanni Tagliaferri e Clara Fusi; voto contrario di Corrado Valsecchi (Appello per Lecco), mentre le minoranze hanno abbandonato l'aula al momento della votazione. E, ovviamente, non si spengono le forti voci legate al possible acquisto del palazzo dell'ex 'Popolare' di piazza Garibaldi; a tal proposito ha fatto molto discutere la variazione di bilancio, alla fine passata con un 17-10.


I banchi vuoti della maggioranza

“Priorità”

“Il cambio di sede rappresenta una priorità - ha spiegato il sindaco Mauro Gattinoni -. L’Amministrazione necessita di nuovi spazi per lavorare in modo dignitoso, per dare nuovi servizi e degli spazi necessari. Ci siamo chiesti se l’opzione attualmente sul tappeto (ristrutturazione dello stabile delle ex Suore di Via Marco d’Oggiono) fosse davvero la migliore strada percorribile alla luce delle complessive condizioni attuali. Quell'opzione, infatti, per motivi di limitata disponibilità fisica di spazi, implicitamente impone il mantenimento in vita di una seconda sede (presumibilmente l’attuale palazzo Bovara) con relativi costi aggiuntivi di ristrutturazione fino a ora mai considerati e, presumibilmente, ingenti, vista la storicità e i vincoli cui è soggetto l’edificio. L’operazione, nel suo complesso, assumerebbe quindi costi davvero importantissimi, pur non risultando in definitiva ottimale (con due sedi da gestire) sul piano logistico e operativo”.

“A fronte di questo quadro, prima di dare inizio ai lavori di cantiere - ha aggiunto -, abbiamo voluto prenderci un momento ulteriore per valutare se, con un ordine di grandezza economico e temporale simile, vi fosse la possibilità d'individuare una soluzione alternativa più razionale, efficiente, capace di unificare le varie funzioni del Comune con conseguenti guadagni di efficienza operativa e di servizio. Ciò anche in considerazioni delle condizioni tecnico-economiche uniche disponibili in questo frangente storico in cui, ad esempio, gli incentivi per la rigenerazione urbana e le risorse attese dal Pnrr possono aprire degli scenari fino a oggi impraticabili. La scelta politica, quantomeno doverosa, di avviare questo percorso di indagine si concretizzerà con atti formali che dovranno essere discussi nel prossimo Consiglio Comunale del 2 novembre: la modifica al piano delle vendite, delle opere pubbliche e relative modifiche al bilancio. Solo a quel punto bandiremo un’indagine pubblica per individuare una nuova casa comunale. Questo percorso impegnerà alcuni mesi ma, in coscienza, ritengo costituisca un tentativo assolutamente doveroso per individuare la migliore soluzione oggi possibile per la “casa” della nostra città”.

“Nell’ottica politica d’invidiare un unico edificio che possa diventare la casa di tutti, cittadini e dipendenti, vado a presentare la variazione del piano di alienazioni e valorizzazioni - ha premesso l'assessore alle opere pubbliche Maria Sacchi -. Questo Consiglio a gennaio ha approvato la versione precedente nella quale era stato inserito l’immobile di via Sassi per un valore di 3,5 milioni; da questa proposta l’immobile viene stralciato, in quanto dovrà essere utilizzato per gli uffici comunali, mentre viene inserito l’immobile di via Marco d’Oggiono. Contestualmente verrà effettuata la variazione della destinazione urbanistica di questo immobile, oggi adibito a servizi amministrativi istituzionali: al fine di valorizzarne la natura lo si include come zona dei tessuti storici di Lecco e Pescarenico come destinazione prevalentemente mista”. Dal punto di vista economico l’immobile, acquistato nel 2018 per 5,77 milioni, viene inserito nel piano per una valore di 6,2 milioni di euro.

Il dibattito

Contestazione di Corrado Valsecchi (Appello per Lecco), che ha chiesto un sopralluogo in via Marco d’Oggiono e critica “i tre consiglieri del Pd, con peso politico notevole, che hanno deliberatamente scelto di lasciare l’aula”, Emilio Minuzzo (Lecco merita di più, “Saremmo i rappresentanti dei cittadini, ma che il sindaco mi legga la newsletter mi fa venire la pelle d’oca: siamo lontanissimi dalla realtà”), Filippo Boscagli (Lecco Ideale, “In un solo punto del piano delle alienazioni ci troviamo a trattare una quantità infinita di grandi tempi per la politica ed economia lecchese”), Antonio Rossi (Lecco Ideale, “Davanti a queste operazioni c’è da rimanere sconcertati, il Comune non è un affare privato e manca il buonsenso del padre di famiglia. Il sindaco rimandi la delibera”), Alberto Anghileri (Con la Sinistra cambia Lecco, “La delibera sull’acquisto di via Marco d’Oggiono non era stata votata all’unanimità, tutt’altro; oggi inizia un percorso, con davanti un mese per discutere”), Giacomo Zamperini (Fratelli d’italia, “Perché l’immobile di via Sassi e Palazzo Bovara non sono stati inseriti nel piano di rigenerazione urbana di Regione Lombardia? Non era una cosa nuova. Qual è l’opportunità politica di avere una sede di maggior pregio? via Marco d’Oggiono costerebbe 17,7 milioni di euro con un migliore efficientamento energetico, piazza Garibaldi 33”). Parola poi ai capigruppo Matteo Ripamonti (Fattore Lecco, “sia in campagna elettorale che nelle linee di mandato era espressa la volontà di realizzare la nuova sede del Comune con un’adeguata riorganizzazione degli uffici. Bisogna dibattere, ma non possiamo far finta che via Marco d’Oggiono non vada ristrutturato e non va fatta la gara sui giornali. Oggi stiamo affrontando il tema aprendo la procedura, non facciamo altro; i mutui? Andranno sempre aperti e via Sassi verrà rimesso nel piano”), Cinzia Bettega (Lega, “in tanti anni per la prima volta devo sentire un Segretario Generale che deve dare un parere sul rischio penale legato a una delibera per i lavori pubblici”), Alessio Dossi (AmbientalMente, “via Marco d’Oggiono può e potrebbe avere senso, sospendere il giudizio non equivale a una bocciatura. Ci troviamo, oggi, in una fase completamente diversa rispetto al 2017”), Peppino Ciresa (candidato non eletto, “Vorrei vedere la casa comunale in un bel palazzo del centro, ma su questa operazione si sia perso il treno, da prendere 5-6 anni fa, prima di acquistare via Marco d’Oggiono e quando l’emergenza era ben nota. Qua ci sono uffici con il soffitto puntellato”), Stefano Parolari (Lega, “Si poteva fare una manifestazione d’interesse per vedere quali sarebbero stati i mobili offerti. Non è bello sapere già da tempo quale sarebbe la strada che verrebbe presa nonostante una variazione già da votare. Sui rischi i tempi diventano determinanti”), Roberto Nigriello (Partito Democratico, ”Imbarazzante che escano nomi e indirizzi prima della votazione di una procedura. L’acquisto di una nuova sede permette di usare un solo immobile, efficiente dal punto di vista energetico rispetto a quelli attuali: se ne parlava già nel 2018, perchè dobbiamo privare questa città di un tentativo? Doveroso, in ogni caso, razionalizzare la spesa”)

Rifiutata la richiesta di Zamperini di rinviare la votazione della delibera. Prima della votazione ha ripreso la parola il sindaco Gattinoni: “Crediamo che solo con una posizione netta del Comune è credibile solo con un processo già avviato. Vogliamo trovare quanto prima una soluzione alternativa a via Marco d’Oggiono, con le altre istituzioni coinvolte il rapporto è cambiato dal 2017 e le situazioni di rischio interne al Comune sono gestite in maniera egregia”. La Giunta chiede “due mesi per affacciarsi al mercato e chiedere se ci sono immobili pronti a ricevere l’intera macchina comunale”.

Passa la variazione di bilancio

Punto allegato è stato quello della variazione sul bilancio 2021-2023, esposta dall'assessore competente Roberto Pietrobelli. Tra i vari punti citati figurano i seguenti:

  • Villa Manzoni - 200mila euro d’intervento vengono spostati nel 2023
  • Lungolago - 1,5 milioni nel 2022, 1 milione negli anni successivi
  • Mutui - 10 milioni nel 2022, 6,8 milioni nel 2023. “Verranno presi in considerazione in mancanza di altre fonti di finanziamento e se si renderà necessario acquistare una nuova sede”.

Acceso il dibattito. Corrado Valsecchi: “Nel bilancio è stabilita, giustamente la direzione dei costi e quindi c’è poco rispetto nei confronti di chi si siede in quest’aula. La società dalla quale si punta a comprare il nuovo immobile vale, guarda caso, 11 milioni di euro: sono disgustato di tutta questa vicenda, sono stati buttati alle ortiche 4 anni per prendere una società cotta. Ci sono altre priorità da affrontare, si mette in discussione il certo per l’incerto: questa è una maggioranza già spaccata”. Simone Brigatti (Lecco merita di più): “I numeri richiedono già una razionalizzazione, la stiamo già facendo. Si sta già tagliando su varie voci e per interventi necessari: è evidente che questa decisione mette in difficoltà il nostro bilancio”. Cinzia Bettega: “Dato che la vendita dell’immobile di via Marco d’Oggiono è stata votata, vorrei capire dove va a finire il contributo del GSE da 1,780 milioni di euro”. Giacomo Zamperini: “Il Collegio dei Revisori precisa che va prevista una revisione delle spese correnti in caso di contrazione di mutui. Avete il dovete di dirci dove andate a tagliare”. Stefano Parolari: “Vedo un triennale da 40 milioni di euro per le opere pubbliche, molto magro, e stanziamenti insufficienti per i costi“. Pietro Regazzoni (Partito Democratico): “Le nostre priorità hanno ancora degli investimenti, alcuni di questi sono spostati nel 2023 e nessuno pensa che il Pnrr sia la manna dal cielo, sappiamo di poterci contare per il finanziamento di determinati progetti. Mutui? Abbiamo un’esposizione dell’1,7% contro un limite del 10%, ma nessuno di noi è qui a voler cambiare ‘costi quel che costi’, vogliamo capire se ci saranno le possibilità”. Emilio Minuzzo: “Ma ci prendete in giro? Il Consiglio è stato rinviato di una settimana per permettere la pace nella maggioranza… I revisori vi dicono di stare attenti, non c’è nessun parere di regolarità, spero ci sia anche l’occhio dell’Autorità competente perché non si possono spostare milioni così”.

Si chiude con la risposta dell'assessore Pietrobelli: “La precedente Amministrazione ha fatto una scelta finanziaria corretta, avendo dei piccoli passi da compiere attraverso l’utilizzo dell’avanzo di bilancio. Se ci sono esigenze importanti per la città, il mutuo si può accendere: già ora stiamo razionalizzando delle spese, in questo caso possiamo benissimo sopportare una quota per la restituzione. Possiamo fare tutto senza Pnrr attraverso la razionalizzazione della spesa corrente”. Sul contributo GSE Pietrobelli spiega che “si tratta di una semplice prenotazione”.

L'esito della votazione parla così: 17 favorevoli, 10 contrari, 6 assenti, la variazione passa in Consiglio.


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