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Spesa pubblica: a Lecco 125mila euro per carta e cancelleria

Secondo la ricerca della Fondazione Gazzetta Amministrativa, si tratta di una spesa fuori parametro

Spese eccessive per carta e cancelleria. A Lecco la voce della spesa pubblica sfiora i 125mila euro. Napoli vince il campionato italiano dell'efficienza per quanto riguarda le spese in telefonia fissa, mobile e carta. A decretare il primato del capoluogo partenopeo è la Fondazione Gazzetta Amministrativa, che nell'ambito del progetto 'Pitagora' ha realizzato per l'Adnkronos un rating della spesa pubblica delle città italiane, da quelle più virtuose alle meno efficienti.

Dopo il report della scorsa settimana su elettricità, acqua e gas, la ricerca pubblicata questa domenica consiste in una classificazione dei costi sostenuti dai Comuni capoluogo di provincia che spendono meno (e quindi premiati con un rating 'AAA') ai Comuni che spendono di più ('C') per "telefonia mobile", "telefonia fissa", "carta, cancelleria e stampati". Napoli, così, si scopre virtuosa per tutte e tre le voci di spesa: nel 2020 il capoluogo campano ha speso 351.166 euro per la telefonia fissa, 69.946 euro per quella mobile e 40.001 euro per carta e cancelleria guadagnando il primo posto della classifica. Completano la top 10 dei Comuni capoluogo di provincia più efficienti: Arezzo, Cuneo, Reggio Calabria, Asti, Imperia, Forlì, Viterbo, Cagliari e Piacenza.

Lecco, quasi 125mila euro per carta e cancelleria

Andando in fondo alla classifica si scoprono le spese "fuori controllo", ovvero quelle che secondo il Centro Ricerche della Fondazione Gari sforano i parametri di riferimento per quel singolo Ente. Parma (73esima in classifica), per esempio, nel 2020 ha speso 200.978 euro per carta, cancelleria e stampati; Pisa (76esima) ha sborsato 52.875 euro per la telefonia mobile, mentre Sassari (82esima) ha speso per la stessa voce 123.797 euro.

Spuntano poi le spese "eccessive" a Lecco per carta e cancelleria (124.848 euro) e di Genova, sul cui piazzamento all'88esimo posto pesano i 530.197 euro spesi per la telefonia mobile. Sotto la lente di ingrandimento anche le spese di Avellino (37.243 euro), Ancona (91.113 euro), Venezia (259.414 euro) e Vibo Valentia (105.636 euro) per la telefonia mobile. "Fuori parametro", secondo l'algoritmo della Fondazione Gari, anche le spese de L'Aquila per carta e cancelleria (390.821 euro) e di Benevento - fanalino di coda - per la telefonia fissa (915.584 euro).


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