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Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura

Mercoledì 23 settembre ore 20.45 presso Palazzo Falck, sito in Piazza Garibaldi a Lecco, l’associazione culturale Lealtà Azione, in collaborazione con l’Associazione Ad Maiora Leucum, organizzano la presentazione del libro "Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura."

"Sergio Ramelli: una storia che fa ancora paura” è un vero e proprio caso editoriale che dal 1997 (anno della prima edizione) ad oggi ha avuto diverse ristampe ed una diffusione di oltre 30.000 copie attraverso centinaia di presentazioni. In occasione del quarantennale della morte di Sergio è stata riproposta la settima edizione.

Sergio Ramelli era uno studente di diciotto anni e l’unica sua “colpa” era quella di essere un militante di destra, un militante del Fronte della Gioventù. Nell'Italia dei violenti "anni di piombo", in nome degli "opposti estremismi", si consumarono tragiche aggressioni che spezzarono decine e decine di giovani vite sia di destra che di sinistra. Gli aggressori, giovani studenti di medicina, non conoscevano neppure Sergio, ma agivano secondo una logica folle e omicida di annientamento del nemico politico.

Quella di Sergio è una storia-simbolo del nostro passato recente, e questo libro la ripercorre muovendosi tra l‘ordinanza di rinvio a giudizio, le requisitorie di parte civile e del Pm gli  articoli di giornale e le testimonianze dirette. 

Alla serata partecipano gli autori del Libro Guido Giraudo, Andrea Arbizzoni e Paolo Severgnini ed il presidente di Lealtà Azione, Stefano del Miglio, e di Ad Maiora Leucum, Erminio Rigamonti. Giraudo, classe 1954, da 35 anni giornalista professionista, negli anni Settanta era vicedirettore del "Candido", dirigente nazionale del Fuan e regionale del MSI. Oggi è consulente di strategie di marketing e progettazione eventi; libero docente allo IED e all’Accademia del Lusso di Milano, contitolare dell’agenzia giornalistica Excalibur, autore o curatore di svariate pubblicazioni storiche, saggi e racconti. Andrea Arbizzoni, Giovanni Buttini, Francesco Grillo e Paolo Severgnini avevano rispettivamente 26, 19, 19 e 23 anni quando questo libro fu scritto e facevano parte del nucleo del Fronte della gioventù  di Monza.


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