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L'aria del Lario

I paesaggi e le nature morte di Giovanni Brambilla hanno ormai varcato le soglie nazionali ed europee. Le recenti esposizioni nella capitale e nelle principali città del Giappone, curate da Masahiko Otoshi, continuano a riscuotere notevoli consensi di pubblico e critica, entrambi attratti e affascinati dalla tradizione figurativa lombarda, di cui Brambilla rappresenta uno degli ultimi raffinati esponenti. Giovanni Brambilla dipinge dal 1959. Negli anni 60 aderisce agli “Artisti Indipendenti A. Bucci” di Milano. Approfondisce le tecniche pittoriche e grafiche, frequentando lo studio di G. B. Beretta, Silvio Consadori, Gino Moro, Cristoforo De Amicis. Frequenta corsi di disegno all’Accademia Carrara di Bergamo, di specializzazione nella tecnica dell’acquaforte a Bergamo, a Milano La formazione artistica matura passando attraverso la cultura figurativa lombarda del Novecento, Influenza che caratterizza le sue opere come matrice per una costante ricerca intorno all‟atmosfera” di paesaggio e alla simbologia di nature morte. Significativi e importanti sono stati alcuni viaggi in NordrheinWestfalen, dove ha potuto studiare il paesaggio romantico di Worpswede (culla dello Jugenstile); ricorrenti i viaggi in Europa e in particolare in Bretagna. Tra le grandi opere di Brambilla figurano quattro grandi vetrate per la Chiesa della SS. Trinità a Milano e quelle della sala del “Cenacolo” nel nuovo Centro Parrocchiale di Trezzo. Dal 1967 partecipa a numerose mostre nazionali ed internazionali, allestendo personali in Italia, Svizzera, Olanda, Germania, Canada, Francia e Giappone.

L'aria del Lario

L’aria del Lario non è un gioco di parole è l’espressione più vera del “sentire”, in modo compiuto, il sentimento del Lago di Lecco, di Pescarenico e della sua gente; della passione e del coraggio della sua gente: di Gabriella Della Bella che da una vita nobilita con la promozione di esposizioni nella sua Galleria “LA NASSA” di quadri di artisti e aspiranti artisti in un singolare ambiente che sembra più una “wunderkammer” in piazza Era piuttosto che in una classica galleria d’arte; e lo fa con la straordinaria e caparbia passione che ci costringerà a ricordarla anche quando (forse) andrà in pensione. E’ la stessa passione che caratterizza la gente del lago, i laghèe come Ceko, pescatore da sempre, che meriterebbe una candidatura all’Unesco come patrimonio culturale immateriale. Possiamo essere certi che Alessandro Manzoni sarebbe orgoglioso di questi personaggi eredi sinceri dello spirito manzoniano. Questa mostra di Giovanni Brambilla, (le sue note biografiche dicono molto), è una delle straordinarie proposte della Galleria La Nassa, fatta con semplicità che coinvolge veramente a “sentire” l’aria e i profumi del nostro lago. Un coinvolgimento che non condiziona il visitatore, nessuno è autorizzato a “spiegare” ciò che è bello e ciò che lo è meno. Nessun imbarazzo ostacola la libertà di giudizio di chi guarda offrendo così la gioia di sentirsi parte importante di un evento estetico.

In mostra ci sono paesaggi del lago che, per dirla con Ingrid Weck “... dipingere comincia dal vedere, e con ciò non si intende semplicemente “dare un’occhiata”, ma un comprendere esattamente il tipico, il caratteristico nella sua forma, nel suo colore e nella sua posizione nello spazio, questo sono i quadri di Giovanni Brambilla...); la pittura di Brambilla è soprattutto il risultato della fortunata frequentazione degli artisti lombardi della seconda metà del novecento lombardo. Le nature morte sono una sequela di messaggi attraverso immagini dense di simbologia pertinente e padronanza tecnica oggi sempre più rara. Silvio Consadori (suo prezioso mentore ), alla presentazione di una mostra di nature morte di Brambilla ebbe a scivere: “... nella pittura di Brambilla è realizzato uno stato d’animo, un momento di silenzio, l’espressione di un fatto spirituale raggiunto con semplicità. ...”. Pregievoli e inaspettate sono anche le belle incisioni in acquaforte aderenti al tema e al luogo.

Questa mostra è una piacevole e interessante pausa dove la mente non trova difficoltà alla comprensione e fuori dalla Galleria si respira aria del Lario in uno dei posti incantevoli che tanto ha ispirato non solo “I Promessi Sposi”, ma anche suggerisce intuizioni sulla bellezza semplice lombarda. E, anche per questo, la mostra di Brambilla e l’iniziativa della Nassa ha reso omaggio a Pescarenico e al suo lago.


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