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Delitto e castigo: la confessione di un assassino-Fedor Dostoevskij

Chi ha detto che la letteratura russa va boicottata? È una delle fesserie circolate negli ultimi tempi, dopo lo scoppio della guerra causata dall'invasione russa in Ucraina. A Mandello martedì 29 mazo alle 20.45 la riprova che alcuni capolavori sono immortali, grazie alla conferenza dal titolo "Delitto e castigo: la confessione di un assassino - Fedor Dostoevskij".

Relatore in presenza sarà il professor Damiano Rebecchini (nella foto sotto), docente ordinario di letteratura russa all'Università degli Studi di Milano. Organizza l'associazione La Semina di Merate con il patrocinio del Comune di Mandello.
Dopo i saluti Istituzionali aprirà l'incontro il professor Giovanni Iamartino (professore ordinario di Anglistica del Dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e Mediazioni, Università di Milano) coordinatore del progetto, che presenterà l'intero ciclo di incontri itineranti dedicato a (inviti alla lettura sul tema) "La crisi dell'io nella letteratura dell'Otto-Novecento".

Per partecipare è richiesto il Green pass, non essendo previsto lo streaming si potrà richiedere la registrazione via mail. L'evento sarà visibile anche in streaming youtube sul canale del comune di Mandello del Lario al seguente link.

Il romanzo

Ci sono romanzi che non avrebbero bisogno di introduzioni, appena iniziamo a leggerli, sin dalle prime pagine ci proiettano in una vita per noi impensabile pochi istanti prima, nella quale tuttavia ci orientiamo a meraviglia. Leggendo Delitto e castigo viene in mente lo sguardo vuote e spento di tanti giovani d'oggi finiti sulle pagine della cronaca nera per i loro omicidi efferati e inutili, riecheggia nella nostra testa l'eco delle parole del Dio della Bibbia che grida a Caino: "Caino, che hai fatto? Da ora sarai maledetto dalla terra" e ti chiedi: e se fossi stato io a uccidere?

Il romanzo di Dostoevskij va incontro alla nostra sete di cronaca nera, mettendo in scena attraverso la propria struttura narrativa una confessione che suscita curiosità, incredulità, stupore. Rappresentando l'intricato processo interiore che si sviluppa nella coscienza di un assassino, il romanzo di Dostoevskij ripristina lo sguardo stupito del pubblico di fronte al grande enigma del crimine. Fino alla fine del romanzo, non vi è spiegazione esaustiva, non vi è motivazione sufficiente, la sentenza è arrivata, l’ordine giuridico è ripristinato, ma l'enigma rimane. Anche per l'imputato.


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