Cronaca

Sicurezza, approvato il divieto: niente burqa e niqab negli ospedali e negli uffici pubblici lombardi

La Giunta regionale ha approvato la delibera: vietati anche passamontagna e caschi integrali

Niente niqab e niente burqa, i due "veli" islamici che coprono maggiormente il volto, se si vuole entrare negli edifici pubblici lombardi e negli ospedali: il divieto è stato approvato oggi 10 dicembre dalla Giunta regionale.

Tecnicamente, il riferimento non è esplicito: il divieto vale per chiunque abbia il volto coperto. Ma le tempistiche e la parole pronunciate nei giorni scorsi da alcuni esponenti della maggioranza sul tema della sicurezza rimandano inevitabilmente all'idea che la regola nasca per proibire alle donne di entrare in qualsiasi ufficio pubblico lombardo con il volto coperto dal velo o dal burqa. 

«Abbiamo approvato la delibera che vieterà di entrare con il volto coperto negli ospedali e negli uffici regionali della Lombardia. Altro impegno mantenuto da parte della giunta Maroni - ha esultato Simona Bordonali, assessore alla sicurezza, protezione civile e immigrazione - Chi vuole entrare negli ospedali lombardi e nelle sedi della Regione dovrà essere riconoscibile e presentarsi a volto scoperto. Sono quindi vietati burqa, niqab, così come passamontagna e caschi integrali. I gravi episodi di terrorismo che si sono verificati nelle ultime settimane ci hanno indotto a rafforzare le misure di sicurezza. La Regione Lombardia si muove in anticipo rispetto al governo italiano e interviene per quanto di propria competenza per garantire la sicurezza di dipendenti, operatori e visitatori esterni».

«Con questa delibera si fa finalmente chiarezza in merito a una questione di grande attualità e importanza - le ha fatto eco, Fabio Rolfi, vice capogruppo regionale del Carroccio -. Deve essere chiaro che la leggi esistenti vanno fatte rispettare, senza deroghe per nessuno. La sicurezza dei cittadini lombardi, in particolare di coloro che sono costretti a recarsi negli ospedali, non può essere compromessa dall’atteggiamento remissivo dei soliti noti verso dettami di carattere religioso che nulla hanno a che vedere con il nostro modo di vivere, le nostre regole e i valori laici di uguaglianza fra uomo e donna faticosamente conquistati dalla nostra società».

Il provvedimento dovrebbe entrare in vigore del primo gennaio 2016.