Cronaca

I fatti del 2016 a Lecco e provincia

La cronaca più significativa degli ultimi 365 giorni, che - in qualche modo - ha segnato il 2016 di ognuno di noi

31 dicembre 2016: è tempo di bilanci. È stato un anno felice, difficile, speciale, sfortunato? Ad ognuno la possibilità di rispondere, in base a quanto vissuto.

Ci sono, però, fatti, eventi, episodi, che assurgono alla cronaca e toccano, per qualche secondo o per lungo tempo, la vita di chiunque ne venga a conoscenza.

Il 2016, a Lecco e provincia, è arduo da riassumere, impossibile – questo è certo – farlo in poche righe, così complesso. Un anno di cronaca cruda e dura, di arresti e di condanne, di morti sulla strada e sul lavoro, di gesti estremi; ma anche di speranza, di festa, di grande solidarietà, di campioni in Brasile, ai Giochi della XXXI Olimpiade.

Di seguito, i fatti di cronaca (ma non solo) più significativi degli ultimi 365 giorni, che - in qualche modo – hanno segnato il 2016 di ognuno di noi.

OPERAZIONE "TERRE VASTE" – Una vasta operazione, condotta dalla DIGOS e dal ROS nel nord Italia, quella che – giovedì 28 aprile – porta al fermo di Abderrahim Moutaharrik, 28 anni, e Salma Bencharki, 25 anni, marito e moglie residenti a Valmadrera, per il reato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale.

La coppia, con i figli di 2 e 4 anni, era – infatti – pronta a lasciare il Lecchese per raggiungere il teatro di conflitto siro-iracheno e – lì – unirsi alle milizie dello Stato Islamico.

Il campione di kickboxing e la giovane moglie si avvicinano al Califfato "via" internet ed è lì, in quel luogo-non luogo, che la coppia viene arruolata, complice (anche) il rapporto stretto con la famiglia di Bulciago, che – nel 2015 – ha raggiunto il medio-oriente.

«Sarò il primo ad attaccarli in questa Italia crociata, il primo ad attaccarla, giuro che l’attacco nel Vaticano con la volontà di Dio». Così, diceva il pugile, intercettato.

Il presunto estremista islamico, invece, interrogato dal GIP dice: «Vedendo le immagini dei bambini martoriati volevo andare in Siria ad aiutare la popolazione». Il contenuto degli audio di WhatsApp «erano solo parole, soltanto frasi, ma non volevo fare nulla di concreto».

La tesi sostenuta dal kickboxer risulta, però, insostenibile.

Il Tribunale del Riesame respinge la richiesta di scarcerazione avanzata per la coppia di Valmadrera, che resta in carcere.

Il processo, con rito abbreviato, ad Abderrahim Moutaharrik e Salma Bencharki prenderà il via, nelle aule del Tribunale di Milano, a febbraio 2017. Gli imputati, però, non saranno in aula: sussistono, infatti, "gravi ragioni di sicurezza" e "ordine publico".

OMICIDIO DI TORRE DE' BUSI – È la mattina di sabato 11 giugno, quando Maria Adeodata Losa, 88 anni, viene ritrovata senza vita nella casa di Sogno, frazione di Torre de' Busi. La macabra scoperta la fa una nipote, allarmata da quel silenzio che, da qualche giorno, si era fatto assordante.

I carabinieri, coordinati dal dottor Paolo Del Grosso, iniziano le indagini. In paese sono giorni difficili. Sogno, poche anime, vive il tormento di non sapere se, tra i volti conosciuti e amici, c'è quello di un assassino.

Il 14 giugno, sul corpo di Maria Adeodata, colpita a morte con un'arma da taglio al torace e alla gola, viene effettuata l'autopsia.

Gli esiti vengono mantenuti top secret. La svolta è vicina.

Il presunto colpevole del barbaro omicidio – a quasi un mese dal dramma, giovedì 7 luglio – viene arrestato. È Roberto Guzzetti, 59 anni di Lecco, figlio di vicini di casa, tradito – dicono gli inquirenti – dalle impronte digitali lasciate sul luogo del delitto.

Per il Guzzetti, unico indagato, viene chiesta la perizia psichiatrica, che – fissata per metà dicembre – viene rimandata a gennaio 2017.

I punti oscuri, ancora da chiarire, del brutale assassinio rimangono molti.

TRAGEDIA SULLA STATALE 36 – Sono le ore 17.20 di venerdì 28 ottobre. Il cavalcavia della Provinciale 49, che collega Cesana e Suello con Annone Brianza, cede, trascinando con sé un tir e un’auto, e si abbatte sulla Statale 36, km 41,900. Il crollo uccide Claudio Bertini, 68 anni di Civate, professore di educazione fisica in pensione.

I cittadini accusano: «Quel ponte lo stavano controllando un’ora prima perché temevano il crollo. Perché non è stato impedito al tir di transitare?».

I soccorsi sono ancora sul posto quando inizia lo "scaricabarile". ANAS e Provincia di Lecco si accusano reciprocamente, si contraddicono nella ricostruzione dei fatti.

A poche ore dalla tragedia, quando il video del crollo diffuso da ANAS sconvolge il Bel Paese, il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, dà il via ad un’indagine interna; mentre la Procura di Lecco apre un fascicolo per omicidio e disastro colposo.

Il 4 novembre vengono notificati i primi 3 avvisi di garanzia. I destinatari sono: Angelo Valsecchi, dirigente alla viabilità e infrastrutture della Provincia di Lecco, Andrea Sesana, responsabile provinciale del servizio concessioni, e Giovanni Salvatore, ingegnere ANAS.

Le indagini sono in corso.

365 GIORNI IN BLUCELESTE - Dal Paradiso all'Inferno e ritorno, con fermata al Purgatorio. Questo è il luogo dove staziona attualmente la Calcio Lecco 1912. Il Paradiso diventa una realtà il 21 maggio 2016, quando la vittoria nei playoff contro il Seregno consegna ai blucelesti la Lega Pro. In quel momento previo versamento di 300mila euro a fondo perso, un mese dopo in "regalo" vista la rinuncia della Caronnese. Che il Paradiso sia però irraggiungibile lo si capisce presto: il patron Bizzozero finisce dietro le sbarre del carcere di San Vittore per la nota vicenda sui titoli "vuoti" JP Morgan e la società, la gloriosa società bluceleste, finisce nelle viscide mani del faccendiere Paolo Battocchi e del degno "scudiero" Tiziano Gonzaga, agente FIFA dal passato e dal presente torbido. Sono i peggiori quattro mesi del secolo: la squadra, nonostante la conferma di Cardinio, inanella brutte figure, a novembre in Tribunale arriva l'istanza di fallimento presentata dall'ex giocatore Marco Mancinelli, che vanta un credito di oltre centomila euro maturato nel 2010. L'Inferno, appunto. Con una mossa a sorpresa il giudice delegato Dario Colasanti vota per l'istituzione dell'esercizio provvisorio e ne affida la cura al commercialista monzese Mario Motta, 51enne locato in piazza Manzoni. Innalzamento al Purgatorio. Scacciata l'ipotesi della morte sportiva, almeno per ora, i colori blucelesti vengono difesi da un manipolo di venti giovani tra i 17 e i 20 anni. L'occasione, ghiottissima, di potersi salvare e consegnare alla città una squadra finalmente ripulita dai 2 milioni di debiti che l'hanno affossata va presa al volo. Senza indugio. AAA, biglietto per il Paradiso cercasi.

A tutti voi: auguri per un 2017 ricco di Buone Notizie!